Tab Article
Questo volume racconta la storia di Gigi Rigamonti. Nato nel 1949 a Desio, in Brianza, è anarchico, irrequieto, affamato di conoscenza, sperimentatore, disobbediente, ama la scrittura di Jack Kerouac, la pittura automatica surrealista, Bob Dylan e la Bentley. Disinteressato al successo ma interessatissimo alla libertà lancia una galleria d'arte anomala dove mescola arte, politica, spiritualità, neoliberismo, viaggi, filosofi, scrittori, musicisti, preti, banditi, monaci tibetani, poetesse, guardie, marinai. Fabbrica manichini così particolari che Bob Wilon li inserisce nella sua mostra al Guggenheim di New York, poi durante la Guerra in Bosnia ne fa di trasparenti con ferri, scarti metallici e pistole dentro. Lavora con Enrico Baj e Salvatore Fiume, va a Parigi per conoscere Alejandro Jodorowsky perché è pazzo di lui e vuole farci un film. Ambidestro, per firmare un contratto o scrivere una lettera usa la destra, per dipingere la sinistra. Comincia come fotografo, poi si appassiona alla tavolozza ma si innamora del grigio. Rimane un ragazzo con un sogno: un enorme homeless di polistirolo in mezzo a Fifth Avenue per bloccarla.